ERGASTOLO “OSTATIVO” E BENEFICI PENITENZIARI: NON SARÀ SEMPLICE FARNE A MENO PER IMPEDIRE IL RITORNO ALLO STRAPOTERE DEI BOSS di Beppe Lumia


 Dalla “pericolosità assoluta” dei boss mafiosi si passa alla “pericolosità relativa” da valutare di volta in volta... Si apre una falla  nella lotta alle mafie. Dopo la condanna della  Corte di Strasburgo  nei confronti dell’Italia che prevede nel suo ordinamento questa severa misura anche la Corte Costituzionale del nostro Paese ha emesso una sentenza di incostituzionalità dell’art 4 bis comma 1 dell’Ordinamento Penitenziario nella parte in cui esclude dai vari benefici penitenziari,  come i “permessi premio”, i mafiosi condannati all’ergastolo che non hanno fatto la scelta di collaborare  con lo Stato.

Si valuterà adesso caso per caso il loro comportamento in carcere e la presa reale di distanza dei mafiosi dall’organizzazione. 

Non lasciamoci fuorviare  dall’antico dibattito tra garantisti e giustizialisti, semmai chiediamoci
perché non sarà per niente semplice la nuova gestione dei benefici penitenziari? Perché era importante mantenere attivo l’ergastolo ostativo? L’esperienza di questi anni ci aiuta a capire meglio.

Vediamo un po’:

1) Le Mafie sono una minaccia vitale per le nostre democrazie. Se non vengono fermate è la fine, perdiamo tutto compresi  i diritti fondamentali e  la libertà. Tale minaccia permane anche quando i mafiosi sono reclusi  in carcere tanto che è necessario tenere in piedi sia il 4 bis sia applicare l’altra misura rigorosa del 41 bis che non lede nessun diritto umano ma è indispensabile per impedire ai mafiosi di comandare anche mentre sono detenuti e di comunicare con l’esterno per trasferire ordini, ad esempio su quale appalto truccare, chi punire, chi sottoporre ad estorsione e perché no quale politico votare...

2) L’appartenenza all’ organizzazione mafiosa è da considerare pressoché “totalizzante”. Una volta che si è “punciuti” non si può più  lasciare l’organizzazione. Tranne che sei espulso, nel loro linguaggio “posato”, oppure quando muori o perché ucciso o per decesso naturale. Ecco perché è necessario incentivare la rottura radicale attraverso la collaborazione  con lo Stato, che è l’unico vero percorso per prendere sul serio le distanze dalle mafie...

3) I mafiosi inoltre utilizzano un codice comunicativo ambiguo, particolare ed unico: bugie fuori e verità solo dentro l’organizzazione mafiosa. Per cui prendere le distanze a parole e con falsi comportamenti  gli viene facile visto che addirittura a cominciare da Riina e Provenzano ne hanno sempre negato addirittura l’esistenza. Così si spiega perché non si è preso  in considerazione a differenza del terrorismo l’istituto della “dissociazione”, proprio per evitare di essere facilmente raggirati con scelte farlocche di rottura  da parte dei mafiosi...

4)I detenuti di mafia  dentro le carceri non perdono mai  il loro  status di capi mafia. Anzi, utilizzano il carcere per continuare a dirigere le organizzazioni. Pensate che i boss condannati e reclusi vengono  sostituiti all’esterno da reggenti perché il boss anche se bloccato in carcere rimane  se capo nel suo ruolo apicale. La loro “buona condotta” non ha lo stesso valore dei detenuti comuni.  Tant’ è vero che appena escono ritornano immediatamente nella loro funzione di boss operativi...

5) I boss hanno sempre messo in testa alle loro priorità l’eliminazione di istituti normativi come l’ergastolo ostativo, il 41 bis, il sequestro e la confisca dei beni e così via... Il carcere di per sé non ha mai messo paura ai mafiosi, queste norme invece li fanno impazzire di rabbia e per eliminarli sono pronti  a tutto, per capire basta leggere  la sentenza, ancora di primo grado,  del Processo sulla Trattativa Stato/Mafia...

6) Le mafie sono in sostanza “un vero male radicale” di cui ci dobbiamo democraticamente liberare. Sono una vera e propria minaccia e sfida che la legislazione italiana del “Doppio Binario” avviata dal Pool Antimafia guidato da Caponetto e portata avanti da Falcone,  e a cui ho dedicato tutto il mio impegno parlamentare  completato  oggi nel Codice Antimafia,   deve essere difesa e mantenuta in vita  senza aprire dei varchi pericolosi, anzi va promossa per orientare nella stessa direzione la legislazione e la giustizia europea.


Adesso? Non possiamo  disconoscere che le mafie segnano un colpo a loro favore. Bisogna naturalmente rispettare la Sentenza della Corte Costituzionale e disciplinare e verificare con il massimo rigore,  prima di  riconoscere ai boss  i benefici penitenziari,  la loro certa e costante presa di distanza dall’organizzazione mafiosa.

Commenti