LA MAFIA NON PROTEGGE L'ITALIA DALL'ISIS. ANALISI DI SALVATORE CALLERI

Quanto è successo a Parigi è indubbiamente da valutare e studiare con la massima attenzione. Il gruppo dell'isis ha compiuto dei veri e propri atti di guerra in più punti mostrando una discreta capacità di azione e di scelta dei luoghi e dei momenti. Nulla è stato lasciato al caso. Hanno colpito una città che rappresenta da sempre la gioia di vivere e quindi nello sport, nei luoghi di ritrovo e nella musica. Una città turistica per eccellenza. Il turismo è stato preso di mira prima a Tunisi, poi in Egitto poi a Parigi. Quindi colpire il turismo per colpire l'economia. Per contrastare tale gruppo che in realtà non è fortissimo da un punto di vista militare, basti vedere le difficoltà che in questi giorni dimostra con l'offensiva dei curdi e degli yazidi, non serve solo la guerra, ma anche capire la loro politica e la loro capacità di azione nella società. L'isis è un gruppo oscurantista che paradossalmente usa i moderni social per diffondere le proprie idee in modo ahimè efficace e che sa utilizzare i media molto bene. Per questo motivo bisogna abituarsi a non avere reazioni isteriche collettive che fanno il loro gioco. Non dimentichiamoci che sfruttano mediaticamente la nostra paura. L'Europa si trova di fronte ad un nemico anomalo che rischia di sfaldarla. L'Europa deve reagire con una forte coesione sociale, con i propri valori ed al contempo con una maggiore collaborazione tra la propria intelligence. Intelligence che si deve adeguare al nemico. Intelligence che non deve perdere la sfida da un lato delle nuove tecnologie e dall'altro non perdere il contatto con quanto succede in strada. L'Europa deve spendere di più in sicurezza e deve cambiare la propria rigida politica economica che blocca le risorse. In una situazione di "strana guerra" come oggi, il limite del 3% presente nel Trattato di Maastricht emerge con tutta la sua forza. Va cambiato. L'Italia deve stare attenta. L'Italia deve aumentare le risorse per la sicurezza e l'intelligence in modo serio e continuo. Non si deve commettere l'errore di pensare che da noi non può succedere e nemmeno creare allarmismi eccessivi. L'isis purtroppo mira a colpire il Vaticano. E soprattutto non si deve commettere l'errore di pensare che la mafia in Italia ci protegge dall'isis. Chi lo dice apre, si spera involontariamente, alla necessità di convivere con la mafia. La mafia da sempre gestisce i peggiori traffici con le organizzazioni terrorisiche internazionali tra cui quelli delle armi. Semmai si può dire che le organizzazioni mafiose e quelle terrorisiche non si fidano a vicenda, ma da qui a dire che la mafia ci protegge vuol dire non aver capito chi sono quelli dell'isis.

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